DIRETTIVA EUROPEA “CASA GREEN”
Il 12 Aprile 2024, si è concluso l’iter per rendere legge la normativa Europea “Casa Green”
Secondo una valutazione della Commissione Europea, gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra nell’Unione Europea.
Ecco, in breve, cosa prevede la Direttiva UE relativa alle case green dopo l’ultimo aggiornamento:
- Tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2030
- Gli edifici residenziali e pubblici dovranno ridurre del 16% il loro consumo energetico medio entro il 2030
- Entro il 2035 la riduzione per gli immobili residenziali dovrà raggiungere il 22%, mentre per quelli pubblici la scadenza viene anticipata al 2033 e la percentuale sale a 26%
Ma cosa vuol dire per l’Italia?
Cosa fare oggi per essere pronti quando la direttiva entrerà in vigore?
Facciamo chiarezza.
Al momento nel nostro Paese il 74% delle abitazioni (11 milioni) rientra una classe energetica E, F o G, quindi inferiore ai parametri imposti dalla nuova Direttiva.
In Italia possiamo ipotizzare che la Direttiva diventerà operativa nel 2025. È possibile quindi che molti immobili, in vista dell’attuazione della direttiva UE, potrebbero perdere l’attuale valore di mercato se non adeguatamente ristrutturati.
Questo significa che nei prossimi venti anni saranno moltissimi gli italiani alle prese con lavori di efficientamento energetico come la sostituzione di caldaie e di pompe di calore, nuovi infissi, l’installazione di pannelli fotovoltaici, l’applicazione di cappotti termici, in cambio di un risparmio graduale in bolletta oltre che di un miglioramento del benessere personale a ambientale.
Gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali che hanno le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi nazionali di prestazione energetica da rispettare per tutto il settore dell’edilizia.
In più, i Paesi membri dovranno garantire, se tecnicamente ed economicamente fattibile, l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
Gli Stati membri dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e raffreddamento, eliminando gradualmente entro il 2040 i combustibili fossili usati in questi sistemi.
La Direttiva impone anche nuove misure per ridurre la carbonizzazione derivata dai sistemi di riscaldamento.
Sono state fissate le scadenze entro cui eliminare le caldaie a combustibili fossili:
- 2025: ultimo anno in cui gli Stati potranno concedere incentivi finanziari per installare caldaie a gas, favorendo sistemi di riscaldamento ibridi da fonti rinnovabili.
- 2040: anno entro il quale sarà possibile vendere a installare le suddette caldaie.
Grazie a una clausola di non retroattività che tutela chi ha già un sistema di riscaldamento a combustibili fossili, la Direttiva si applica solo a chi deve installare un nuovo impianto.
I pannelli fotovoltaici non saranno più obbligatori per gli immobili residenziali esistenti, mentre l’installazione sarà vincolante per i nuovi edifici – sia pubblici che residenziali – di dimensioni considerevoli, entro il 2030.
Ci sono però alcune eccezioni. Tra gli immobili che potranno essere esclusi dagli interventi di ristrutturazione troviamo:
- Monumenti
- Edifici con particolare valore storico e architettonico
- Chiese e altri luoghi di culto
- Edifici a uso temporaneo
- Seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno
- Abitazioni unifamiliari di superficie inferiore a 50 metri quadri
- Edifici agricoli
Entro il 2050 il parco residenziale dovrà essere a zero emissioni. I paesi potranno decidere su quali edifici concentrarsi. L’unico vincolo sarà garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni, quelli più energivori.
Non ci resta che aspettare il piano Italiano per arrivare a questi obiettivi Europei.
Come sempre, vi terremo aggiornati!